SE NON LI AVESSE COMMESSI AVREBBE FORSE VINTO LA GUERRA? PER NOSTRA FORTUNA NON ASCOLTO' I SUOI GENERALI E PERSE.
Per quanto sia impossibile ripercorrere la storia con dei se e dei ma, gli studiosi continuano ad interrogarsi sull'effettiva capacità strategica di Hitler. Lo storico militare inglese Ronald Lewin, autore di Hitler's mistakes ritiene che sulle questioni strategiche Hitler sia stato molto superficiale.
Mentre lo storico tedesco Percy Ernst Schramm, autore di una biografia militare di Hitler del 1962, pensa che sarebbe un errore sminuire lo stesso Hitler a semplice stratega.
Se non li avesse fatti. Su una questione gli storici sono concordi: durante la seconda guerra mondiale Hitler commise alcuni gravissimi errori che forse, se non commessi, avrebbero portato alla sua totale egemonia sul vecchio continente. Ecco di seguito i tre più clamorosi:
LA SFIDA DI DUNKERQUE;
Dopo aver conquistato Olanda, Belgio e Lussemburgo, il 17 maggio 1940 Hitler, intento a fermare i Panzertruppen (truppe corazzate) sul fronte occidentale, cambiò improvvisamente idea. Ripresa l'avanzata, il 24 maggio dello stesso anno giunse nella cittadina francese di Dunkerque (o all'inglese Dunkirk), sul canale della Manica, dove si erano ritirati in più di 250mila tra soldati del corpo di spedizioni britannico e francesi. Strette nella morsa della Wehrmacht, le truppe alleate erano finite. Ma sempre il 24 maggio, Hitler, improvvisamente, ordinò l'arresto delle divisioni corazzate, nonostante i suoi stessi generali consigliavano il contrario. Diede cosi il tempo agli alleati di organizzarsi e di fuggire dando inizio al piano di evacuazione chiamato Operazione Dynamo.
Pur riuscendo i più a salvarsi, vennero lasciati nella cittadina munizioni e rifornimenti, ma anche aerei della RAF, navi e diversi veicoli. Tutt'ora non si sa il motivo di quella repentina decisione da parte di Hitler, secondo alcuni volle preservare le divisioni corazzate da ulteriori perdite, oppure perchè come lui stesso disse << Non volevo far impantanare i carri armati nelle paludi delle Fiandre>>. Secondo altri, cedette alle pressioni di Hermann Göring, l'ambizioso comandante in capo della Luftwaffe (l'aviazione di guerra). In ogni caso, resta un mistero. Va però sottolineato che se Hitler non avesse bloccato l'avanzata delle divisioni corazzate, le truppe alleate non si sarebbero salvate, perdendo cosi di avere una vittoria totale sul fronte occidentale.
LA DICHIARAZIONE DI GUERRA AGLI USA;
Era il 7 dicembre del 1941 quando i giapponesi sferrarono un attacco inaspettato alla flotta americana a Pearl Harbor, nelle Hawaii. Il giorno seguente il presidente americano in carica, Franklin D. Roosevelt dichiarò con il consenso del Congresso la dichiarazione di guerra al Giappone, senza però mai citare la Germania di Hitler. Eppure l'11 dicembre inaspettatamente Hitler dichiarò guerra agli Stati Uniti, nonostante gli fosse stato sconsigliato dal ministro degli Esteri, Joachim von Ribbentrop. Secondo Hitler era però inevitabile la guerra con gli Stati Uniti, dal momento che rifornivano gli inglesi e credeva vantaggioso dichiararla in quel momento avendo come alleato i giapponesi.
E' evidente, come Jim Lacey, professore di strategia militare della Marina americana, che Hitler non tenesse di conto che gli USA fabbricavano in un anno la stessa quantità di armi che la Germania produceva in 5.
L'INVASIONE DELL'UNIONE SOVIETICA;
Operazione Barbarossa è il nome in codice dato dai tedeschi all'invasione dell'Unione Sovietica; negli originari piani di Hitler: si sarebbe dovuto trattare di una guerra lampo della durata di 10 settimane, con la conquista di Mosca, Leningrado e l'Ucraina. Nessuno dei tre obiettivi fu raggiunto dal suo esercito impreparato all'inverno russo.
Di certo, Hitler sovrastimò le proprie truppe, non ricordandosi della lezione storica impartita a Napoleone. Oltretutto aprì un nuovo fronte di guerra, quello orientale, senza aver ottenuto una piena vittoria su quello occidentale, sottostimando l'Armata Rossa. Molti glielo sconsigliarono dal generale Jodl all'ammiraglio Raeder.
Errore nell'errore fu, infine, il comando di resistere ad ogni costo.
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