MA QUANTI AMICI VERI ABBIAMO?
CON ALCUNI CONDIVIDIAMO SOLO DEGLI HOBBY, CON ALTRI SIAMO UNITI COME FRATELLI, CON ALTRI ANCORA CERCHIAMO UN PARTNER.
Amicizia. A rilanciare questo tema è stata la versione di Aristotele della maturità 2018 del liceo classico , ma anche grandi film quali Quasi amici, Harry ti presento Sally, Stand by Me , Le ali della libertà, come anche grandi libri tra cui L'amico ritrovato di Fred Uhlman, Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico di Luis Sepulveda, Le lettere alle amiche di Virginia Woolf e molti altri più e meno noti al grande pubblico.
Secondo la sociologa americana Jan Yager, è possibile distinguere tre categorie di amici: gli amici casuali, cioè quelli con cui si hanno delle affinità ma non ci si confida; gli amici intimi, che tendono a darci conforto soprattutto nei momenti di difficoltà e tra quelli intimi vi sono i migliori amici, che sono i più intimi. Mediamente ognuno di noi può avere 30 o 40 amici casuali, mentre quelli intimi raggiungono al massimo la decina e per i veri amici ce ne possono essere al massimo due ( insomma è proprio vero che chi trova un amico trova un tesoro).
I migliori amici sono tali perchè considerati come fratelli di sangue e per di più nel 40% dei casi, coincide con il partner.
L'importanza degli amici è indiscussa. <<Questi consentano di accedere alla conoscenza di te e degli altri >>ha affermato il docente dell'Università del Minnesota (USA) Willard W. Hartup.
<< In pratica un amico costituisce una persona in cui rispecchiarsi e da cui differenziarsi, aspetto fondamentale per i processi di identità in qualsiasi fase della vita>> spiega Paola Corsano, docente dell'università degli studi di Parma.
La prima vera amicizia vede la luce solitamente solo dopo gli 11 anni dal momento che nei primi anni l'individuo fa fatica ad avere relazioni realmente significative e al di fuori dallo spettro familiare.
L'amico diviene nel corso dell'adolescenza complice delle avventure e il rapporto è sacro, ma a suggellarlo sono sempre i tratti comuni e mai quelli diversi: dalla stessa pettinatura, agli stessi gusti musicali, da un tatuaggio alla stessa scelta liceale.
QUESTIONE DI CERVELLO. Volere bene agli amici è anche questione di cervello. Robin Dunbar, dell'Università di Oxford, ha dimostrato che la conservazione di relazioni di amicizia nel tempo è proporzionale alla capacità di esprimere empatia e alla dimensione della corteccia prefrontale. Per Dunbar, come spiega nel suo libro Di quanti amici abbiamo bisogno?, per gestire diversi rapporti di amicizia contemporaneamente, abbiamo bisogno di una capacità definita mentalising, in pratica l'immedesimazione con i pensieri degli altri. Sottoposti a risponanza magnetica è infatti emerso che sia il numero di amici di ogni soggetto sia la loro capacità di immedesimarsi negli altri hanno una corrispondenza con la dimensione della corteccia prefrontale.
... ho paura di avere una corteccia prefrontale sviluppata nelle dimensioni ma estremamente breve nell'attività. In breve, tante amicizie e tanti contenuti da condividere ma variabili nel tempo. Si cambia tanto. L'empatia non manca e anzi si specializza e diffonde ma i tempi di durata si riducono sempre più. Sarò io?
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